Progetto

2008-2017

Valpolicella

Parco Naturalistico di Fumane e Marano di Valpolicella

L’obiettivo della conservazione della naturalità degli habitat viene perseguito seguendo l’impostazione strategica che ha portato alla loro formazione, ovvero la conservazione della diversità biologica. In alcuni casi la conservazione degli aspetti naturalistici degli habitat è compatibile con l’utilizzo delle risorse ambientali con tecniche di leggera intensità e con interventi di limitata superficie; in altri casi è necessaria l’assenza completa di ogni forma di utilizzazione.

In generale, si prevede una progressiva riduzione degli interventi antropici, anche di ricostituzione ambientale e di controllo, per permettere l’evoluzione naturale degli habitat che sono stati formati.

In alcuni ambiti, però, si ritiene preferibile mantenere una tradizionale tecnica di gestione dell’habitat, in particolare per le radure a vegetazione erbacea, che devono essere periodicamente sfalciate per evitare l’eccessiva chiusura del bosco.

La conservazione della struttura a mosaico che è stata creata richiede, comunque, pochi e mirati interventi, dato che la varietà di habitat e microhabitat è generalmente strutturale (presenza di bacini idrici con profondità molto variabili, presenza di aree pianeggianti o di compluvio periodicamente inondate, emergenze idriche in versanti strutturalmente xerotipici, affioramenti rocciosi, distribuzione a gruppi di varie specie e dimensioni della vegetazione arborea e arbustiva, ecc.).

Per quanto riguarda il controllo delle popolazioni animali e vegetali che si sono insediate e che si insedieranno in futuro nell’area, in generale il criterio scelto è quello del non intervento. In alcuni ambiti specifici sarà probabilmente necessario qualche limitato intervento di controllo e riduzione, in particolare per il contenimento della diffusione della Robinia pseudoacacia, che tende ad essere invasiva nelle frequenti situazioni di margine o di bosco rado presenti. Non si esclude a priori anche l’opportunità di qualche intervento di incoraggiamento, cioè interventi finalizzati ad incrementare una popolazione presente oppure a facilitare lo spontaneo ingresso nella biocenosi di elementi che tipicamente fanno parte del consorzio naturale e dei quali ancora non sia stata accertata la presenza (soprattutto per le specie rare o che necessitano protezione): gli interventi di incoraggiamento, però, saranno eventualmente decisi e attuati solo dopo una specifica fase di analisi di ecocompatibilità complessiva. Di norma si escludono, invece, per il futuro, interventi attivi di introduzione o reintroduzione di specie.