Progetto

2008-2016

Recupero Ambientale ex-cantieri Saltoccio, Ziviana e Barbiaghe

Tipologia

Recupero ambientale

Gli interventi di “riassetto ambientale” delle zone interessate dai lavori di cava sono stati intesi, nell’ambito di questo progetto, come attività finalizzate alla creazione di ambienti il più possibile “naturaliformi”. Con questo termine ci si intende riferire ad ecosistemi che, pur essendo di origine artificiale, possiedano gradi di stabilità e di efficienza ecologica al massimo livello possibile, almeno tali da garantire una sussistenza autonoma e l’avvio di processi evolutivi verso uno stadio climax in armonia con tutti i fattori ecologici dell’ambiente.

Per la formazione di ecosistemi naturaliformi, dunque, si è operato alla ricerca di nuovi equilibri ecosistemici, a partire dalla definizione dei fattori ecologici non modificabili dell’ambiente fisico (morfologia e clima) e dalla determinazione dell’evoluzione prevedibile per le componenti biotiche e merobiotiche degli ecosistemi stessi. Sono stati configurati preliminarmente i caratteri degli ecosistemi che si verranno a formare nel territorio al termine del prevedibile periodo evolutivo, sulla base della definizione di un “modello normale”. Con riferimento al modello normale, che si pone come l’obiettivo ultimo di lungo periodo del processo di ripristino ambientale, sono stati definiti dei “modelli colturali”, ovvero delle situazioni intermedie del processo evolutivo, create dal diretto intervento antropico eppure in sintonia al massimo livello possibile con i fattori ecologici dell’ambiente.

Con riferimento ai modelli colturali definiti, si sono intraprese, diverse attività finalizzate ad aumentare la diversificazione genetica nell’ambito delle popolazioni animali e vegetali presenti, ad introdurre un grande numero di specie, in modo da rendere elevato il grado di saturazione biotica dell’ambiente e molto fitte le reti alimentari, ad aumentare la variabilità ambientale complessiva, mediante la creazione di numerosi biotopi diversi, funzionalmente aperti e ben collegati tra loro. Si è operato anche in modo da preservare e valorizzare le specie autoctone tipiche dell’ambiente collinare della Valpolicella, sia vegetali (arboree, arbustive ed erbacee) sia animali (con attenzione anche alle specie a torto spesso considerate “minori”, come invertebrati, anfibi, rettili, ecc.), contribuendo alla conservazione di una biodiversità che negli ambienti antropizzati è generalmente sacrificata alle esigenze produttive.